La missione FFL: un albero da coltivare anche in periodo Covid

Lo scorso novembre, nella Giornata dello Studente promossa dalla nostra Fondazione Famiglia Legnanese, 151 fra ragazze e ragazzi hanno ricevuto una borsa di studio come riconoscimento per il loro impegno e i loro successi negli studi.

Pochi mesi dopo, l’esplosione della pandemia da Covid 19 ha costretto tutti noi a cambiare abitudini e ritmi di vita, a sospendere i nostri rapporti sociali, almeno quelli dal vivo, alla modifica delle nostre attività e alla loro riorganizzazione con i mezzi che la tecnologia ci offre. Queste nuove modalità di vita, lavoro e studio stanno ristrutturando le nostre relazioni personali, culturali ed economiche. Abbiamo chiesto a quei ragazzi, di farci conoscere le loro impressioni e sensazioni, come tutto questo ha inciso nel loro quotidiano, sui loro progetti e nelle loro aspettative sul futuro.

Dalla sua istituzione, la 33^ edizione della GdS ha raggiunto quasi 3.900 studenti per 6 milioni 773 mila euro di borse assegnate. Tutto questo grazie alla forza aggregante della FFL che sa raccogliere, nella sua opera filantropica, la partecipazione condivisa e generosa dei numerosi Donatori.

La FFL siamo tutti noi insieme: unisce i giovani a chi crede in loro e nel loro talento, unisce chi crede nel futuro, anche nei momenti difficili, chi vuole continuare a coltivare quel nostro florido Albero che ogni anno sa e deve dare frutti meravigliosi.
Il 26 aprile abbiamo dovuto rinviare la Giornata dei Donatori, momento di ringraziamento e raccolta di nuove adesioni alla nostra missione. Siamo però fiduciosi e convinti che – proprio in un momento, com’è questo, di difficoltà e bisogno di alimentare la speranza nel futuro – quando in settembre contiamo di recuperare quella giornata, il nostro solido Albero saprà raccogliere nell’unica visione le forze e i contributi degli storici e dei nuovi Donatori che, insieme a noi, vogliono essere “coltivatori di talenti”. Con fiducia nel nostro futuro, insieme.

Il talento messo alla prova

L’esplosione della pandemia da Covid 19 ha costretto tutti noi a cambiare abitudini e ritmi di vita. Abbiamo chiesto ai ragazzi che, nella Giornata dello Studente 2019, hanno ricevuto una borsa di studio di farci conoscere le loro impressioni e sensazioni, come tutto questo ha inciso nel loro quotidiano, sui loro progetti e nelle loro aspettative sul futuro.
Qui riportiamo le prime due esperienze ricevute e vi rimandiamo al prossimo numero della Martinella con altri studenti.

Matilde Quaglia

Cambiamento del quotidiano. Il virus Covid-19 ha portato nelle vite di tutti paura e cambiamenti rispetto alla quotidianità. Nel mio caso questa epidemia ha fatto in modo che alcuni miei punti di vista siano cambiati mentre altri sono stati confermati. Innanzitutto penso che ciò che sta succedendo sia una prova evidente del bisogno di cambiare modo di vita, quindi bisogna ripensare a cosa si intenda per divertimento e momenti insieme. Da ripensare anche il nostro atteggiamento predatorio ed egoistico verso la natura.

Però è altrettanto vero che questo periodo mi ha fatto comprendere quanto sia essenziale un rapporto vero, non intermediato da uno schermo digitale. Infatti mentre svolgevo i miei studi universitari via online desideravo di essere fisicamente in ateneo con i miei compagni a seguire i vari corsi. Poiché l’amore per lo studio viene alimentato anche da un contatto diretto con i professori e i compagni. Per il futuro mi aspetto che la nostra specie impari dai propri errori, come non è stato fino a ora, e personalmente dare il mio contributo attraverso la figura professionale che sto creando.

Roberto Di Giacomo

Questa pandemia ha inciso negativamente sulla mia quotidianità di vita da studente, essendo venute a mancare tutte le occasioni di socialità, condivisione e partecipazione con le altre persone, sia con i professori che con i miei coetanei, e questo non solo durante il periodo del lock down ma anche adesso e, probabilmente, nei prossimi mesi. Per il mio percorso di studi ho scelto la città di Milano, ricca di stimoli e di opportunità che la mia cittadina del centro-sud non può offrirmi, ma a causa della pandemia sono tornato dalla mia famiglia. Purtroppo, anche il futuro prossimo non riesco a vederlo con ottimismo: in questi mesi si è sentito tanto parlare del problema sanitario, successivamente di ripresa economica, molto poco di scuola, per niente di università e ricerca.

Questa situazione, oltre a destabilizzarmi mi ha anche demotivato in quanto tanti sforzi e sacrifici fatti negli anni, per perseguire con successo e nel minor tempo possibile i miei obiettivi, potrebbero non essere ricompensati, data la poca importanza che ho percepito da parte della politica e dei media nei confronti delle nuove generazioni che devono introdursi nel mondo del lavoro.