Il talento messo alla prova

Riprendiamo la pubblicazione di altre due esperienze vissute durante l’esplosione del Covid 19 da altrettanti ragazzi che, nella Giornata dello Studente 2019, hanno ricevuto una borsa di studio.

Ci hanno descritto le loro esperienze e le loro emozioni, com’è cambiata la loro vita e che forma hanno preso i loro progetti.
Le scuole e le università stanno riaprendo, con prudenza, le loro aule agli allievi di ogni età e la FFL sta già lavorando all’organizzazione della Giornata dello Studente 2020 che, fatte salve le norme di sicurezza sulla pandemia, si svolgerà il prossimo 29 novembre.

Massimo Isotta

Quando è scoppiata l’epidemia di Coronavirus mi trovavo a Londra. Stavo, infatti, studiando Corporate Finance alla Cass Business School, grazie ad un programma di Double Degree tra l’università Bocconi e la Cass. Mi mancavano poche settimane di lezioni e quattro esami. Non appena l’università ha deciso di chiudere (molto prima che il governo britannico imponesse il lockdown), ho però deciso di tornare in Italia. Lì è iniziata la mia avventura: ho preso un aereo per Zurigo, perché tutti gli altri voli erano stati cancellati, e ho attraversato la Svizzera in treno, fino ad arrivare a Varese. In tutto, sedici ore di viaggio.

Anche se da remoto, però, né l’università né gli studenti si sono mai fermati: abbiamo continuato a svolgere tutte le lezioni e gli esami online. Insomma, tutti hanno capito la gravità della situazione, ma nessuno si è mai dato per vinto, dimostrando grande tenacia e spirito di adattamento.

Marco Pernigoni

Quando è scoppiata l’epidemia di Coronavirus mi trovavo a Londra. Stavo, infatti, studiando Corporate Finance alla Cass Business School, grazie ad un programma di Double Degree tra l’università Bocconi e la Cass. Mi mancavano poche settimane di lezioni e quattro esami. Non appena l’università ha deciso di chiudere (molto prima che il governo britannico imponesse il lockdown), ho però deciso di tornare in Italia. Lì è iniziata la mia avventura: ho preso un aereo per Zurigo, perché tutti gli altri voli erano stati cancellati, e ho attraversato la Svizzera in treno, fino ad arrivare a Varese. In tutto, sedici ore di viaggio.

Anche se da remoto, però, né l’università né gli studenti si sono mai fermati: abbiamo continuato a svolgere tutte le lezioni e gli esami online. Insomma, tutti hanno capito la gravità della situazione, ma nessuno si è mai dato per vinto, dimostrando grande tenacia e spirito di adattamento.